Parole chiave. Transizione ecologica

Il maltempo insistente di queste settimane sul Reatino costringe a rilasciare acque dai bacini artificiali e tiene in allarme per gli straripamenti a valle e i relativi danni alle famiglie e all’agricoltura.

Pochi giorni fa, nello stato dell’Uttarakhand, in India, un pezzo di ghiacciaio dell’Himalaya si è staccato. Parte di esso, cadendo in un fiume, ha causato un’esondazione. La massa di acqua e detriti ha superato una diga e travolto persone, centrali elettriche, strade e ponti.

Sono eventi lontani e scollegati, incomparabili per situazione e portata. Entrambi, però, interrogano sul rapporto tra l’ambiente e la popolazione che lo abita. Un problema sempre aperto, che dovrebbe preoccupare maggiormente davanti ai cambiamenti climatici.

Ma le immagini impressionanti dell’evento in India, dopo aver fatto il giro del web e attraversato i telegiornali, sono finite velocemente nel dimenticatoio. C’è da sperare che almeno a livello locale, una volta tornato il sole, resti aperto il tema di come prevenire l’emergenza di questi giorni. E tenendo conto di come la gestione delle acque abbia a che fare con l’economia, la sicurezza e la bellezza del territorio.

Tutto è connesso: non va mai dimenticato l’insegnamento della Laudato si’. Quelle ambientali sono questioni prioritarie che attraversano tutti gli ambiti: dal modo in cui produciamo energia a come ci muoviamo, da come abitiamo a cosa mangiamo. Ed è vero sia nel contesto locale che in quello generale. L’attenzione dovrebbe dunque essere diffusa e prioritaria. E per fortuna qualcosa si sta muovendo. In seguito alla pandemia, la conversione ecologica è stata messa al centro dell’agenda europea e degli aiuti economici disposti dall’Unione per la ricostruzione. La riuscita di una transizione verde che non sia in contrasto, ma che sia anzi di stimolo all’economia e alla sicurezza sociale, è la scommessa aperta. Sembra che questa volta possa essere presa sul serio e non solo per quanto emerge sugli intenti del nascente governo Draghi.

Anche il clima sociale sta cambiando. Ce lo dice un’altra notizia passata un po’ troppo in sordina: il tribunale amministrativo di Parigi ha condannato la Francia per il mancato rispetto degli impegni assunti nel quadro della lotta ai cambiamenti climatici. La sanzione di un euro è del tutto simbolica, ma sta a dire che è tempo di prendere i problemi sul serio.

Sarebbe positivo far entrare con maggiore decisione queste tematiche anche nel vocabolario della pastorale, e vedere le comunità parrocchiali più coinvolte nel dibattito. Il riferimento è sempre la Laudato si’: la cura per l’ambiente è parte di uno stile di vita che implica capacità di vivere insieme e in comunione, insegna papa Francesco. I luoghi che abitiamo non sono qualcosa di separato da noi, una mera cornice della nostra vita. E la parrocchia, sismografo di quartiere, non può che registrare, i problemi, le opportunità e i bisogni del suo contesto. Anche facendosi motore e interprete del cambiamento.

di David Fabrizi, da «Frontiera» n.5 del 12 febbraio 2021

(Foto di GLady da Pixabay)

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