Papa Francesco, dopo il saluto ai circa settanta giornalisti che lo accompagnano a bordo del volo per la Mongolia, stimolato da un commento di uno di loro, ha preso spunto dalla scarsa densità della popolazione nel vasto territorio della nazione: “Andare in Mongolia è andare presso un popolo piccolo in una terra grande. La Mongolia sembra non finire e gli abitanti sono pochi, un popolo piccolo (poco numeroso) di grande cultura. Credo che ci farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci aiuterà a capire cosa significa ma non intellettualmente, capirlo con i sensi”.
Poi ha aggiunto: “La Mongolia si capisce con i sensi”. Inoltre, ha suggerito: “Mi permetto di dire che farà bene forse ascoltare un po’ la musica di Borodin, che è stata capace di esprimere cosa significa questa lunghezza e grandezza della Mongolia”.
Durante il giro dei saluti ai giornalisti in volo con il Papa, gli è stata mostrata una borraccia: appartiene a un militare ucraino che si è salvato da una esplosione. Ha portato questo oggetto in una chiesa di Leopoli per ringraziare di essersi salvato. È stata la giornalista Eva Fernandez, di Radio Cope, a raccontare questa storia. Ne è venuta in possesso temporaneo perché la facesse vedere al Papa. Questo oggetto, con i segni della guerra scolpiti, sarà comunque riportato nella chiesa con la benedizione che in volo Francesco ha voluto dare.
Nel corso dello scambio di saluti, inoltre, Francesco ha anche risposto alla domanda, posta dal giornalista dell’Ansa Fausto Gasparroni, relativa all’incidente avvenuto poco dopo la mezzanotte di oggi a Brandizzo, nel Torinese, dove cinque operai sono morti travolti da un treno. Il Papa ha detto che questi incidenti sono sempre una mancanza di cura. I lavoratori sono sacri, ha affermato.
(G.A. / Sir)