Economico, semplice, veloce: il mondo moderno sembra puntare su questi valori, salvo poi trovarsi a fare i conti con esigenze inaspettate
Avrete notato anche voi che sta cambiando il modo di gestire le casse. Per effettuare prelievi e versamenti nelle banche, ad esempio, diminuiscono gli addetti e aumentano i sistemi automatici. Anche i conti correnti, ormai, si amministrano soprattutto attraverso computer e telefonini. Lo stesso vale per il servizio postale, che spinge con forza a fare affidamento sui servizi online e sulle app, anche solo per prendere appuntamento e presentarsi allo sportello saltando la fila. Da molto tempo, peraltro, si può evitare la coda pure al casello dell’autostrada grazie al Telepass, che rileva le auto e sincronizza il movimento della sbarra. E anche per andare al cinema, a teatro, o in un museo, si può superare l’attesa al botteghino comprando il biglietto su internet.
Il problema della fila al momento di pagare se lo pongono di certo anche i supermercati. La tendenza si coglie nei grandi centri commerciali, dove le casse fai-da-te non sono una novità: il cliente arriva con il carrello pieno, passa i prodotti nello scanner, salda il conto con le carte di pagamento e se ne va per i fatti suoi. Il meccanismo è comodo, semplice e veloce: tre aggettivi dal fascino irresistibile per le orecchie del mondo contemporaneo.
C’è da scommettere, di conseguenza, sulla probabile comparsa di questi sistemi anche nei più modesti supermercati di provincia. Forse, però, la sostituzione degli addetti non sarà totale. Lo fa sospettare una notizia di questi giorni: un marchio della grande distribuzione olandese ha deciso di dotare i suoi punti vendita di casse della chiacchiera. Qualcuno deve aver compreso che oltre al pacco di pasta e al barattolo di caffè, in tanti al supermercato cercano anche un incontro, l’occasione per un pettegolezzo, uno scambio di battute e quel sorriso che nessun dispositivo può sostituire.
Gli impazienti col carrello potranno comunque avvalersi delle casse a scorrimento veloce, ma senza soffiare sul collo degli amanti della spesa tranquilla e conviviale. Che non è solo un’esigenza degli anziani più fragili e soli: dopo mesi di isolamento forzato dal Covid, di consegne a domicilio, di visite solitarie al supermercato negli orari meno frequentati, il bisogno di un contatto umano è ben piantato nella consapevolezza di tanti. Come se, una volta rallentati, avessimo riscoperto che non sempre occorre sbrigarsi e che starsene in coda non è una perdita di tempo se si può fare amicizia con gli altri clienti o scambiare opinioni con la cassiera.
In fondo si tratta della reazione comprensibile e sana a un mondo sempre più veloce e informatizzato. Un’esigenza simile a quella che ha fatto tornare di moda il disco in vinile tra gli appassionati di musica. Il vecchio padellone nero, infatti, è più scomodo da usare e richiede molte più attenzioni per essere riprodotto al meglio rispetto alla musica digitale. Ma forse è proprio la sua imperfezione che fa suonare tutto un po’ più umano.
di David Fabrizi, da «Frontiera» n.37 del 22 ottobre 2021
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