A dispetto delle porte chiuse, le Olimpiadi non perdono fascino. A me, per esempio, piace molto sapere degli sport poco noti o frequentati. Prima della medaglia d’oro conquistata da Vito Dell’Aquila, lo confesso, il taekwondo non sapevo cosa fosse. Invece scopro che quest’arte marziale coreana è praticata in 190 Paesi da circa 70 milioni di persone. E questo rende ancora più bella la vittoria del giovane nato a Mesagne, nel Salentino. Perché ha il sapore della rivincita della provincia, di chi abita, direbbe papa Francesco, una qualche “periferia”. E perché ci ricorda che il successo non nasce necessariamente dove abbondano le possibilità, ma dall’ostinazione e dalla volontà. Che in questo caso non sono solo di Vito, ma anche dell’allenatore Roberto Baglivo. Sua la palestra che ha portato all’Italia anche l’altro oro olimpico nel taekwondo, quello di Carlo Molfetta a Londra nel 2012. Palestra, allenatore e altleti a Mesagne e di Mesagne, come a dire che oltre a volontà, sudore e fatica, per riuscire al meglio ci vuole la comunità.
Tra le altre cose, le Olimpiadi esprimono questi valori. Ci ricordano che è sempre possibile sviluppare un percorso originale anche quando il mondo, ormai globalizato, sembra andare in tutt’altra direzione. Ci dicono che nuove possibilità si nascondono dove le aspettative sono venute meno, dove le speranze si sono affievolite, dove l’attenzione è scemata. A patto di non perdere la speranza nel miglioramento e di saper mettere insieme l’audacia dei singoli con la forza di tanti.
In queste pagine di «Frontiera» lo si vede dalla storia di Marguerite Barankitse, che ha saputo trasformare le violenze del Burundi in una straordinaria occasione d’amore per i bambini; dal reportage sulla Comunità Pachamama, che si interroga su alimentazione e futuro del pianeta; dal dialogo con padre Massimo Fusarelli, da poco alla guida del mondo francescano; dai territori del terremoto, nei quali si inizia ad avvertire che una rigenerazione è davvero possibile.
Sono spunti, appunti di lavoro forse utili anche per la nostra Chiesa, che si interroga sul mondo che si trasforma e su questo si prepara a vivere l’Incontro Pastorale. Una prospettiva che accompagnerà la pausa estiva del giornale, che sospende le pubblicazioni nel mese di agosto per tornare a settembre. Resta naturalmente attivo l’aggiornamento quotidiano con il sito frontierarieti.com e chi vuole può portare comodamente con sé la rivista anche in vacanza installando l’App su tablet e cellulari.
Sarà il nostro modo per informarvi e farvi compagnia anche durante i giorni più caldi.
di David Fabrizi, da Frontiera n.29
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