Il bisogno del cielo

L’avrete notato anche voi: il mondo si va progressivamente smaterializzando. L’ultimo caso in ordine di tempo è il green pass: fino a ieri i certificati si reggevano su carta e timbri; quello richiesto in seguito alla pandemia, generato informaticamente, si esibisce e soprattutto si verifica tramite i telefonini. Altri esempi tratti dal quotidiano non mancano: la fotografia ha smarrito pellicola e carta; la musica sta abbandonando i dischi, i film fanno a meno di cassette e dvd, i testi della carta stampata. I biglietti del treno, dei concerti e degli spettacoli si comprano su internet, assicurazioni e conti correnti si gestiscono online. Persino il denaro sembra destinato a scomparire in favore della moneta elettronica.

Per chi fatica ad adeguarsi la situazione è un tormento, per chi ci si ritrova è un grande vantaggio. Ma quasi nessuno, per la verità, sta solo dalla parte comoda. L’illusione è che l’innovazione sia priva di fatica. Invece non c’è mai un salto senza inciampi tra gli approcci del passato e quelli che vengono. E forse quello che ci fa arrabbiare assomiglia all’insoddisfazione di una promessa non mantenuta. Perché in fondo il mondo è il prodotto dei nostri desideri e di certe cose volevamo proprio liberarci. Magari per un bisogno di leggerezza, per aver creduto che tolta la zavorra degli oggetti avremmo dato briglia sciolta alla nostra aspirazione ad andare verso l’alto.

L’origine stessa della parola de-siderio è una delle più belle e affascinanti che si possa incontrare: vuol dire “mancanza di stelle”, dei loro buoni presagi. Allude a un sentimento di appassionata ricerca del cielo, di un orizzonte che allarga il cuore. Invece oggi sembriamo accontentarci di qualcosa che in fondo è da poco, come sono le foto sgranate e impalpabili che ci riempiono il telefono rispetto alle stampe del fotografo.

Non possiamo tornare indietro, ma educarci a desiderare di meglio forse sì. Da lì viene certa nostalgia per le cose di ieri, ma anche la spinta a cercare percorsi nuovi. Questo in fondo facciamo quando ci mancano le stelle per orientarci: inventiamo una strada che traccia nuove mappe e ignora la prudenza. L’ha fatto Susanna Salvi, che una stella lo è diventata trovando il premio di tanti sacrifici e tanta passione. Lo ha fatto suor Chiara, che ha seguito il suo desiderio di Dio. Lo fanno le famiglie di Special Olympics, che inventano modi per superare pregiudizi e paure attraverso lo sport.

Ne parliamo in questo numero per ricordare a noi stessi ciò che è richiesto un po’ a tutti: non solo di realizzare i propri desideri, ma prima ancora di imparare a enunciarli, a riconoscere in essi la propria inquietudine, e a saperli mettere in ordine come garanzia di poter diventare ciò che si è. E non in astratto, ma calandoci nel mondo che abitiamo insieme agli altri.

di David Fabrizi, da «Frontiera» n.33 del 24 settembre 2021

Foto di FelixMittermeier da Pixabay

Dove trovare «Frontiera»

«Frontiera» si può acquistare nelle edicole della città (una copia 2 euro) o ricevere in abbonamento postale. Per sottoscrivere o rinnovare l’abbonamento occorre versare 35 euro sul conto corrente postale 10 51 57 44 22 intestato a Progetto Missione IS scrivendo “Abbonamento Frontiera” nella causale e specificando nome, cognome, codice fiscale e indirizzo di consegna. Dopo aver svolto l’operazione all’Ufficio Postale è possibile inviare la ricevuta via Whatsapp al numero 351 871 5052 per velocizzare l’inserimento nell’elenco abbonati e ricevere la prima edizione disponibile. In alternativa è possibile effettuare il versamento tramite bonifico bancario: l’Iban è IT 06 R 07601 14600 001051574422. Il giornale può essere letto anche tramite computer e dispositivi mobili scaricando l’app “Frontiera” da Google Play e Apple App Store.